Kaen Chronicles – Episodio 11: L’importanza di fare cose poco importanti

“Cazzeggiare in Internet alimenta la produttività.” – Rudy Bandiera

Fin dall’inizio, nonostante la cosa fosse magari poco chiara ad alcuni, qui si è parlato sostanzialmente di due cose: Rischio e Strategia. Occorre avere un buon piano e occorre provare ad anticipare quanto più accuratamente possibile i possibili problemi che potrebbero insorgere nel metterlo in atto, e possibilmente capire come evitarli in prima istanza e mitigarne gli effetti qualora questo non fosse possibile.

Uno dei grandi rischi, legato a un’altra componente fondamentale di questa narrazione, ovvero il Tempo, è quello di andare in sovraccarico fisico e mentale. Di una possibile declinazione di questo pericolo (quella cioè che ci vede accettare una mole di lavoro eccessiva rispetto alle nostre risorse e possibilità) abbiamo già parlato, ma ce n’è quantomeno un’altra da considerare: il pericolo che corriamo nel momento in cui, diventando datori di lavoro di noi stessi, smettiamo di prenderci un po’ di doveroso tempo libero. Nel mio caso, avendo a che fare con clienti in Europa e per ora non in Italia, questo rischio è esacerbato dall’assenza di un calendario ferie condiviso: in Germania se ne fregano di Ferragosto, in Belgio non festeggiano il 25 aprile, e così via.

Eppure staccare ogni tanto è fondamentale: non è obbligatorio perdere tempo, certo, ma dobbiamo necessariamente rifiutare la trappola mentale che fa ritenere ogni singolo minuto in cui non stiamo lavorando come un minuto sprecato. Questo non solo aiuta la creatività (esistono molte aziende illuminate che danno ai propri dipendenti la possibilità di usare ore lavorative per progetti personali: a volte questo si traduce in un’autentica perdita di produttività, ma spesso diventa al contrario un toccasana per dipendenti, manager e azienda in generale) ma consente anche e soprattutto di mantenere la propria sanità mentale, la quale non va mai messa in secondo piano.

Ecco perché, pur nell’ambito della mia friulanissima determinazione a lavorare come uno schiavo per tutta la vita, adesso me ne sto due settimane in Indonesia in vacanza. Perché il bello dell’imprenditoria è anche questo: sì, da un certo punto di vista non sei mai totalmente libero, ma dall’altro lo sei sempre.

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