
“Nobody who says, ‘I told you so’ has ever been, or will ever be, a hero.” – Ursula K. Le Guin
Almeno una volta è passato per la testa a ognuno di noi, giusto? “Adesso mi licenzio e mi metto in proprio”. Beh, forse non lo hanno pensato proprio tutti quanti, però lo hanno pensato in tanti. E le statistiche dicono che negli ultimi tempi in molti non ci hanno solo pensato, lo hanno proprio fatto: 1,6 milioni di italiani hanno rassegnato le dimissioni nei primi nove mesi del 2022. Questo non vuol dire certo che ci sia un milione e mezzo di nuove partite iva, chiaro, però qualcosa vuol dire; e quel qualcosa non è solo che viviamo in un Paese piagato dall’assistenzialismo più becero e nel quale il sistema pensionistico è un orrendo schema piramidale: vuol dire anche che la gente ha smesso di desiderare per forza di cose la tranquillità del posto fisso. E quando smetti di desiderare la tranquillità del posto fisso, magari ti capita di iniziare a sognare qualcosa di diverso, e magari quel qualcosa si combina con il tuo spirito di avventura e con le tue esperienze pregresse, e finisci per fare quello che ho deciso di fare io: ti metti in proprio.
Ho infatti deciso a inizio 2023, non prima di averci riflettuto molto, di lasciare un ottimo contratto a tempo indeterminato con una delle aziende che investono di più in R&D nel nostro continente per aprire una mia azienda. L’azienda si chiama Kaen Business Consulting, per ora è una Srls ma più avanti chissà?
Come ci sono arrivato? Cosa faccio? Come vanno le cose? A queste e altre domande ho deciso di rispondere con questa nuova serie di articoli, le Kaen Chronicles. Perché c’è poco da fare, quando a uno piace scrivere non perde occasione di farlo. Saranno brevi articoli che pubblicherò con cadenza (si spera) più o meno periodica, per raccontare cosa significhi nel 2023 aprire un’azienda in Italia.