DYFAM in 10 punti

Come alcuni sapranno, nell’ultimo mese ho iniziato a investire parte del mio scarso tempo libero in un progetto che ha il nome provvisorio di DYFAM (Don’t You Forget About Me), progetto al quale collaboro assieme all’amico Luca. In estrema sintesi, la nostra idea è quella di realizzare un kit a basso costo che permetta di trasformare qualsiasi seggiolino per auto in uno strumento per il monitoraggio dei bambini, volto principalmente a evitare che un genitore si dimentichi il proprio figlio con esiti infausti. Il progetto è nato e cresciuto nell’ambito di un contest lanciato da Arduino, azienda attiva nell’elettronica open-surce della quale entrambi siamo fan e utenti da diversi anni. In palio non ci sono viaggi alle Bahamas o badilate di gettoni d’oro, bensì cose tipo un oscilloscopio: è dunque ontologicamente roba da nerd, quali noi siamo sempre stati. Nerd veri però, non voi ragazzetti debosciati di oggi che pensate sia fico comprare le magliette retrò e fare finta di aver giocato a Pac-Man quando non lo avete mai visto nemmeno col binocolo.

Polemiche unidirezionali a parte, si parlava di DYFAM: da quando abbiamo menzionato l’idea la prima volta abbiamo ottenuto un buon riscontro, con amici e conoscenti entusiasti e addirittura con perfetti estranei che non ci hanno lanciato pomodori e uova (cosa che su Internet avviene metaforicamente parlando ogni giorno). Abbiamo anche ricevuto diverse domande e diversi commenti attraverso svariati canali: ho pensato di raccogliere qui le mie risposte a tali osservazioni, o almeno a quelle che ritengo più interessanti.

  1. Come vi è venuta questa idea?
    • Risposta breve: Brainstorming in una birreria.
    • Risposta lunga: Il problema che vogliamo risolvere torna purtroppo alla ribalta delle cronache nazionali e internazionali ogni anno: nel momento in cui Arduino (in collaborazione con Sigfox e Hackster) ha lanciato un concorso di idee per concept che sfruttassero feature come la geolocalizzazione e la possibilità di inviare messaggi da un dispositivo a bassissimo consumo, abbiamo deciso di provare a proporre una soluzione che a costi ridotti consenta di evitare alcuni di quegli episodi di cronaca.
  2. È la prima volta che fate qualcosa di simile?
    • Risposta breve: Nope.
    • Risposta lunga: Entrambi abbiamo studiato e lavoriamo (o abbiamo lavorato) nel campo dello sviluppo software, dell’elettronica e dell’eroismo, dunque abbiamo le competenze per fare questa cosa. Se la domanda è invece da intendersi come “È il primo concorso cui partecipate assieme?“, la risposta è sempre no: anni fa vincemmo una bella scheda di sviluppo Snapdragon proponendo assieme a un altro amico un sistema di motion capture per atleti di sport estremi. Il progetto rimase purtroppo solo su carta e la scheda penso sia tutt’ora nel cassetto di Luca.
  3. La bambina nella foto sulla pagina del progetto è figlia di uno di voi?
    • Risposta breve: Nope.
    • Risposta lunga: Si tratta della mitica Lidia, la figlia di due carissimi amici (Paola & Alberto) che hanno acconsentito a farle fare da mini-modella per il nostro progetto. Quando Lidia sarà ricca e famosa speriamo si ricordi di noi che l’abbiamo lanciata.
  4. Perché “DYFAM” (Don’t You Forget About Me)?
    • Risposta breve: Ci piacciono i Simple Minds.
    • Risposta lunga: Da un lato ci piacciono i Simple Minds, dall’altro il nome del progetto rimanda alla funzione che avrà il nostro dispositivo: servirà come reminder, allertando i genitori con degli warning incrementali affinché appunto non si dimentichino di qualcuno. Ma più per i Simple Minds che altro.
  5. Come funziona?
    • Risposta breve: Dimentichi il bambino? Ricevi un messaggio. E un altro. E un altro.
    • Risposta lunga: DYFAM può essere installato rapidamente in qualsiasi automobile, o più precisamente su qualsiasi seggiolino per auto. Il sistema sfrutta diversi sensori per monitorare la presenza di un bambino sul seggiolino sul quale è installato, il fatto che il veicolo in cui si trova sia in movimento o meno e la vicinanza/lontananza di un custode designato. Se la situazione è moderatamente pericolosa, DYFAM manda un gentile reminder al custode. Se la situazione diventa più seria, manda un secondo reminder meno gentile. Se la situazione è molto pericolosa, vengono allertate anche le autorità con un messaggio che spiega cosa sta succedendo e dove.
  6. Sul serio ci sono genitori così snaturati da dimenticarsi il figlio in auto?
    • Risposta breve: Più di quanti non si creda, e non sono snaturati.
    • Risposta lunga: Purtroppo le statistiche in questo senso sono preoccupanti: solo negli Stati Uniti sono morti negli ultimi anni 736 bambini a causa di situazioni come questa. Si tratta di qualcosa che secondo gli psicologi può succedere a chiunque e non si tratta di un sintomo di incapacità genitoriale ma un semplice, terribile sottoprodotto dello stress che permea le nostre vite.
  7. Ma questa roba non esiste già?
    • Risposta breve: Sì e no.
    • Risposta lunga: Diverse aziende stanno proponendo o hanno proposto soluzioni per questo problema, sintomo secondo noi che è un buon territorio da esplorare: se tanti se ne preoccupano, un motivo c’è. La differenza rispetto a soluzioni come questa, è che noi puntiamo a produrre qualcosa che non richieda l’acquisto di una nuova auto o di strumentazioni costose: vogliamo dare a chiunque un’opportunità di vivere più serenamente, anche alle persone che non possono permettersi tecnologia all’ultimo grido. Non pretendiamo certo di essere gli unici ad averci pensato ma crediamo che un approccio open-source e low-cost sia quello giusto in questo caso.
  8. Brevetterete/commercializzerete/venderete DYFAM?
    • Risposta breve: Per ora non è nei nostri piani.
    • Risposta lunga: Siamo tutt’ora nella fase di sviluppo e data la finalità originariamente non commerciale della nostra idea non abbiamo ancora fatto alcuna analisi di mercato seria, dunque a oggi non abbiamo piani in questo senso. Il nostro obiettivo è per ora arrivare ad avere in mano un Minimum Viable Product, possibilmente piazzarci bene nella fase finale del concorso e soprattutto divertirci con l’Arduino MKR FOX 1200 che, superando la prima selezione da parte della giuria, ci siamo aggiudicati per creare il nostro sistema. Per quanto riguarda brevettare il sistema o trovare altre forme di protezione dell’idea, non abbiamo piani nemmeno in questo senso: si tratta di un progetto nato nel mondo open-source che probabilmente ci resterà. Poi tutto è possibile.
  9. Avete altre idee sulla falsariga di questa?
    • Risposta breve: Certo!
    • Risposta lunga: Abbiamo già raccolto una lunga serie di requisiti per sviluppi incrementali del progetto, per accessori e funzionalità aggiuntive. Se in futuro avremo tempo e budget per continuare il lavoro, siamo convinti di poter creare qualcosa di davvero utile. Abbiamo poi altre idee per prodotti differenti (sia con lo stesso target che per settori totalmente diversi) ma per ora rimangono in un cassetto tanto quanto la scheda di sviluppo che Luca ha intascato quella volta della motion capture.
  10. Aprirete una startup e diventerete milionari per poi sperperare tutto in set LEGO costosissimi e meravigliosi tipo questo?
    • Risposta breve: Per ora non ne abbiamo parlato e lo viviamo come un hobby.
    • Risposta lunga: Per ora non ne abbiamo parlato e lo viviamo come un hobby, se però l’idea vi piace molto e volete improvvisarvi business angel fate un fischio: non si sa mai. Oppure potete direttamente regalarci un set LEGO costosissimo e meraviglioso per premiare la nostra buona volontà.

Ora per favore fate partire questa canzone, e non dimenticatevi di noi.

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